Ció che il bambino dice

Il titolo della giornata clinica ha un ritmo e una cadenza assonanti con un nodo della clinica, non solo con i bambini, isolato da Freud che ne fa un testo fondamentale: Un bambino viene picchiato[1]. Se in questo assunto, che è il fondamento della formula del fantasma, si possono isolare: un bambino – viene – picchiato, il titolo di questa giornata clinica suona diversamente: ciò – che il bambino – dice.

È come se il bambino venisse spostato dal posto eminente che ha nella f(r)ase del fantasma, per mettere in questione un qualcosa che riguarda il bambino in quanto soggetto in esercizio. Non un soggetto a venire.

Jacques-Alain Miller nei Capisaldi dell’insegnamento di Lacan mette in valore la pratica con i bambini, dove scrive: “il transfert non è preliminare all’entrata in analisi”[2]. Precisa come Rosine Lefort “ha potuto testimoniare dell’emergenza del transfert […] Ha potuto dire che il transfert è iniziato nel momento in cui un significante si è sostituito a un altro nel detto del bambino. La sostituzione significante di cui si tratta in questo caso è quella di lupo a signora[3].

Dunque, ciò che il bambino dice rimanda a questa emergenza, questa sostituzione di un significante con un altro, non senza che questo sia prima preso e isolato nella lalingua. La portata clinica e politica di questa giornata è forse legata a quello di cui parla Lacan nelle Due note sul bambino quando ricorda “l’irriducibile di una trasmissione […] di una costituzione soggettiva, che implica la relazione a un desiderio che non sia anonimo”[4]. La funzione desiderio dell’analista opera nel far uscire da un anonimato sempre più spinto che la scienza e il capitalismo mettono in primo piano, riducendo la trasmissione a nient’altro che soddisfazione di bisogni. Ciò che dice un bambino, testimonia di ben altro: di una clinica condotta in studio piuttosto che in istituzioni educative o di cura, che accoglie il bambino e gli offre un posto di enunciazione. Come ben esprime Daniel Roy nel testo di introduzione all’8 Giornata dell’ Institut psychanalytique de l’Enfant du Champe freudien, che si terrà nel 2025: “Si tratta in effetti di forgiare gli strumenti per opporci all’estromissione dei bambini dal mondo dei sembianti […] attraverso le norme e le valutazioni, estromissione attraverso le identità  imposte, estromissione attraverso il disprezzo della parola del bambino in quanto essa si tesse tra enigma e fissazione del godimento”[5].

Un lavoro entusiasmante.

Invitiamo ciascuno e ciascuna a proporre un proprio contributo clinico, di max 5500 battute (spazi includi), da inviare alla mail ciocheilbambinodice@gmail.com entro e non oltre le h. 24,00 del 18/12.

Buon lavoro!

Laura Storti

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