IL CIBO E L’INCONSCIO: presentazione del libro di Domenico Cosenza

L’eccesso nelle psicopatologie alimentari

Roma
Venerdì, 8 Marzo, 2019 – 20:30

Presentazione del libro
IL CIBO E L’INCONSCIO
Psicoanalisi e disturbi alimentari
di Domenico Cosenza
(FrancoAngeli)

Intervengono

Domenico Cosenza, psicoanalista SLP, AE, presidente EFP, docente IF

Antonello Correaleex primario psichiatra area II DSM ASL/ROMA2, psicoanalista membro ordinario Società Italiana di Psicoanalisi

Antonio Di Ciaccia, psicoanalista SLP, presidente IF, curatore e traduttore dell’Opera di Lacan in Italia

Coordina

Elda Perelli, psicoanalista segretaria SLP di Roma

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA – INGRESSO LIBERO sino a esaurimento posti disponibili

Informazioni:
Luogo

Centro Congressi Cavour
via Cavour 50
Roma

Info 
Email: segreteria@istitutofreudiano.it
Tel. 06 6786703

Il volume segue lo snodarsi di un percorso di ricerca psicoanalitica sui disturbi alimentari che da oltre vent’anni interroga la pratica clinica con le pazienti che soffrono di anoressia, bulimia, disturbo da alimentazione incontrollata e obesità. L’autore ne scandisce le tappe, in un tentativo continuo di messa in luce delle caratteristiche strutturali proprie di questo ambito della clinica contemporanea: il rifiuto dell’inconscio, la spinta all’eccesso, l’evitamento dell’angoscia, l’idolatria dell’oggetto di godimento, il controllo e la perdita di controllo sulle passioni del corpo, l’anestesia della parola, la ruminazione stereotipata attorno al cibo, il rigetto del trattamento. Questi sono solo alcuni dei grandi assi tematici che attraversano questo libro, a partire da un filo conduttore: l’orientamento di Lacan al campo dell’anoressia mentale, sviluppato ed esteso all’ambito dei disturbi alimentari. Un’attenzione speciale viene posta nel libro al tentativo di chiarificare il rapporto tra continuità e discontinuità nella psicopatologia dell’anoressia mentale dell’infanzia e dell’adolescenza, tenendo nel dovuto conto sia dell’ineludibile riferimento ai quadri della clinica strutturale, sia delle specificità proprie dell’epoca contemporanea, che non possono non riflettersi nelle nuove formazioni sintomatiche che la contraddistinguono. Queste considerazioni saranno accompagnate dalle indicazioni sul trattamento più proprie a queste forme della psicopatologia odierna, così refrattarie tanto a una psicoterapia di matrice ermeneutica, centrata sull’effetto di senso, quanto a una psicoterapia di matrice ortopedica, centrata sulla rieducazione cognitiva e comportamentale. La proposta che viene avanzata è quella di un orientamento analitico di nuovo genere, radicato nell’ultimo insegnamento di Lacan, che punta attraverso la parola nel suo statuto di atto a intervenire sul reale fuori senso al cuore del sintomo.

Iscrizione Evento

Jacques Alain Miller spiega l’ultimo Lacan nella sua ultima pubblicazione con Antonio Di Ciaccia

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Presentazione del libro
“L’UNO-TUTTO-SOLO” – L’orientamento lacaniano
di Jacques-Alain Miller e Antonio Di Ciaccia
(Astrolabio Ubaldini Editore)

Dialogano
Antonio Di Ciaccia e Nadia Fusini

Coordina
Matteo Bonazzi

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA – INGRESSO LIBERO sino a esaurimento posti disponibili

Luogo
Centro Congressi Cavour
via Cavour 50
Roma

Info
Email: segreteria@istitutofreudiano.it
Tel. 06 6786703
PRENOTA https://www.istitutofreudiano.it/jacques-alain-miller-spiega-lultimo-lacan.html

Presentazione del libro “L’uno tutto solo”, Jacques Alain Miller e Antonio Di Ciaccia

Martedì 13 NOVEMBRE 2018, ore 19.30-21.30, presso l’Istituto freudiano di Roma
presentazione del nuovo testo:
“L’UNO-TUTTO-SOLO” di Jacques-Alain Miller e Antonio Di Ciaccia , Astrolabio Ubaldini editore
20:00-20:30 Presentazione di Antonio Di Ciaccia
20:30-21:00 Brindisi

Per agevolare l’organizzazione vi chiediamo di confermare la presenza all’indirizzo segreteria@istitutofreudiano.it

 

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Presentazione del testo “il mio insegnamento. Io parlo ai muri”. Di Jacques Lacan.

Sei passeggiate attraverso l’inconscio

Venerdì, 12 Dicembre, 2014 – 20:30

Presentazione del libro
Il mio insegnamento. Io parlo ai muri di Jacques Lacan. Casa Editrice Astrolabio – Roma 2014

Dialogano

Ippolita Avalli – scrittrice, pubblica in Italia e all’estero. Il suo ultimo libro Il nascondiglio della farfalla, Mondadori 2014

Luca Iacovino – psicoanalista ISAP, medico psichiatra ASL Roma B
Coordina

Antonio Di Ciaccia, psicoanalista SLP, curatore dell’Opera di J.Lacan in Italia, presidente IF
Informazioni:

Centro Congressi Cavour

DIVERSE FUNZIONI DEL PADRE: un interessante articolo

Immagine

di Monique AmiraultNon è da oggi che i padri sono tossici, ma forse non volevamo saperlo, la parvenza di rispetto dovuto alla figura del padre mascherava il reale. Siamo anche rimasti sorpresi dall’odio che si è espresso in quanti si accanivano contro il disegno di legge sul il matrimonio per tutti, e dalla loro credenza incrollabile nel padre universale. Come possiamo tuttavia ignorare che i padri sono manchevoli, non sono mai all’altezza del modello, e questo nel migliore dei casi.


Poiché alcuni sfuggono a questa struttura: piuttosto che sottomettersi alla causa del loro desiderio, ovvero sottomettersi alla legge, si fanno padroni della legge. E questi padri identificati con la legge, questi padri virtuosi fino al virtuosismo, sono paradossalmente indicati da Lacan con i significanti di demerito di fallimento e di frode: “Gli effetti devastanti della figura paterna – scrive – si osservano con particolare frequenza nei casi in cui il padre ha effettivamente la funzione di legislatore o se ne investe, che si tratti di chi fa le leggi o di chi si pone come pilastro della fede, come pietra di paragone dell’integrità o della devozione, dedito a servire un’opera di salvezza. Sono tutti ideali, questi, che gli offrono troppe possibilità di essere in posizione di demerito, d’insufficienza o di frode, e di escludere, in ultima istanza, il Nome del Padre della sua posizione nel significante.” (1)
Non c’è dunque niente di peggio di un padre che si crede un padre, stando alla struttura del misconoscimento sviluppata da Lacan. (2)
L’esempio paradigmatico resta per noi il padre di Daniel Paul Schreber, grande sportivo e igienista megalomane, la cui famosa Ginnastica da camera medica e igienica (3) ha fatto di lui un allenatore ante litteram. Il dr. Daniel Gottlieb Moritz Schreber ha dedicato la propria vita all’invenzione di quel che Lacan ha per altro verso bollato come: “Corsetto destinato a mantenere diritto ciò che, per qualche ragione, si trova a essere leggermente storto.” (4)
Le “Associazioni Schreber” che gli hanno dato risonanza, le sue pubblicazioni e il suo attivismo politico sono eloquenti e dimostrano la sua volontà di formare o meglio, diremmo oggi, di “formatizzare” armoniosamente i giovani. Eletto alla Camera nel Parlamento del Regno di Sassonia, Schreber ha chiesto che lo Stato introducesse ovunque la ginnastica e ha al tempo stesso pubblicato “La ginnastica dal punto di vista medico” presentata come un affare di Stato, e più tardi, “L’amico del focolare come educatore e guida” per le madri e i padri del popolo tedesco.
Poiché la lacuna presente nell’ordine dell’universo non è stata portata alla dimensione della mancanza, e quindi non ha consentito l’emergere del desiderio, il figlio resta alle prese con un enigma che potrà risolvere solo con il lavoro del delirio. Freud ricorda che il presidente Schreber, “uomo di alta moralità”, dichiara: 5 : “Solo pochi uomini sono stati come me educati a principi morali severi, e pochi si sono imposti per tutta la vita, in egual misura in cui posso dire di averlo fatto io, di attenersi con coerenza a questi principi, soprattutto in materia sessuale”.
Come scrive Gil Caroz nell’argomento per le giornate UFORCA, “Il padre diventa tossico se non abbandona il sogno di prosciugare la parte non negativizzabile del godimento che la castrazione lascia dietro di sé”. Dobbiamo allora dire che il padre di Schreber dimostra questa tossicità in un grado particolarmente alto. Non è imponendosi sul figlio che si genera il giusto rispetto dovuto al padre. Piuttosto che di un desiderio il padre di Schreber testimonia di un ideale feroce con conseguenze annichilenti per il soggetto. Si tratta di un padre che non è riuscito a trattenersi su tutti i magisteri.» (6)
Lacan, nel suo insegnamento, proporrà diverse formulazioni sul buon modo di essere un padre. Dal padre come significante padrone nella metafora paterna, al padre ridotto alla funzione essenziale di sintomo, passando per il padre come modello di una funzione, le declinazioni del padre nella funzione paterna daranno man mano un posto centrale al desiderio, al godimento e al sintomo.
Freud, nel suo genio, fa di questo godimento la prerogativa dell’essere parlante e ne sottolinea ben presto la natura intrinsecamente perversa. E Lacan, all’inizio del Seminario VI, propone questa formula radicale: ” La verità del desiderio è di per sé un affronto all’autorità della legge” (7). È ormai chiaro che la virtù paterna non rientra nella normalità. Da qui il termine Père-version introdotto da Lacan come sola garanzia – dice – della funzione di padre, che è la funzione del sintomo. Basta che il padre sia un modello della funzione. Non importa che ci siano sintomi se vi si aggiunge quello della père-version paterna, vale a dire quello di cui è causa una donna, acquisita per procurargli dei figli, ai quali, volente-nolente, dedica una cura paterna. “Volente-nolente”, dice Lacan, vale a dire che il fatto di prendersi cura paterna dei bambini non deriva da uno sforzo, da una decisione, ma è il risultato di una incarnazione del desiderio che si trasmette al di fuori di ogni volontà.
Questa verità del desiderio è quella che Roland Barthes sapeva di dover situare nella perversione, che chiama “la dea H” (8): “Il potenziale di godimento di una perversione (cioè quello, eventualmente, di due H: homosexualité e hashish) è ancora sottovalutato. La Legge, la Doxa , la Scienza, non vogliono capire che la perversione semplicemente rende felici; o per chiarire ulteriormente, produce un sovrappiù, e in questo sovrappiù si situa la differenza (e quindi il testo della vita, la vita come testo). È quindi una dea, una figura che si può invocare, un modo di intercessione.”
Cosa possiamo aspettarci allora dal padre, partendo dalla, e tenendo conto della, funzione del padre come un sintomo?
La scoperta di Lacan  “bella e buona” (9) dice – è che la funzione unica veramente decisiva del padre è di é-pater, di sbalordire. “Su qualsiasi piano il padre è colui che deve sbalordire la famiglia”. E per questo non ci sono istruzioni per l’uso. Per avere qualche possibilità di sbalordire, nuovo modo di costituire l’autorità, deve dar prova d’inventiva, provocare sorpresa, uscire dagli standard. Chi sbalordisce non si propone come modello, piuttosto come esempio nel fatto di assumere la propria enunciazione, di rischiare la singolarità: è colui che resiste ai padri Schreber contemporanei e rifiuta per i propri figli la “tentazione dell’automa” (10) quella alla quale Schreber si è sottoposto, e che Eric Laurent recentemente indicava come il nome della minaccia che pesa sulla vita nel tempo della scienza.
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1 J. Lacan, “Su una questione preliminare a ogni possibile trattamento della psicosi.” in Ecrits, Seuil, Parigi 1966, p.579.
2 J. Lacan , “Nota sulla causalità psichica” ibid. p.170
3 D.G.M. Schreber, Gymnastique de chambre médicale et hygiénique ou représentation et description de mouvements gymnastiques n’exigeant aucun appareil ni aide et pouvant s’exercer en tout temps et en tout lieu, La Bibliothèque d’Ornicar ? 1981
4 J. Lacan , Seminario VIII , Le transfert, p 282
5 S. Freud , Cinque psicoanalisi , PUF , 2a edizione , 1979, p . 281
6 J.Lacan lezione del 21 gennaio 1975 Ornicar n° 3, p. 108
7 J. Lacan, Le Séminaire livre VI, Le désir et son interprétation, La Martinière et le Champ freudien éditeurs, 2013, p. 95
8 R.Barthes,  Roland Barthes par Roland Barthes, Seuil Points Essais, 1975p. 1977
9 J. Lacan, Le Séminaire, livre XIX, Ou Pire…. Seuil, 2011, p208
10 Conferenza di E.Laurent ad Angers, 1 febbraio 2014, inedita.

LA BATTAGLIA DELL’AUTISMO. Nuovo densissimo scritto di Eric Laurent

E’ uscito il testo “LA BATTAGLIA DELL’AUTISMO” di Eric Laurent, con un contributo di Chiara Mangiarotti dedicato alla situazione italiana.
Traduzione di Emilia Cece, Maria Rita Conrado, Ezio De Francesco, Chiara Mangiarotti, Valentina Manucci, Adele Marcelli, Giuseppe Pozzi.
Revisione di Maria Rita Conrado e Ezio De Francesco.”Sforzarsi di entrare in relazione con un soggetto autistico, confrontarsi con questo impossibile, questo reale, a partire da una prospettiva psicoanalitica, presuppone di far ricorso all’invenzione di una soluzione particolare, su misura. In effetti, l’invenzione è l’unico “rimedio” del soggetto autistico ed essa deve, ogni volta, includere ‘il resto’, ovvero ciò che rimane al limite della sua relazione con l’Altro: i suoi oggetti autistici, le sue stereotipie, i suoi doppi”.
Pag. 71.

La battaglia dell'autismo libro di Laurent Eric

 

Ultima pubblicazione di Jacques Lacan in Italia

Ultima pubblicazione di Lacan in Italia

 Jacques Lacan
Il seminario. Libro XX. Ancora (1972-1973)
Editore: Einaudi

Jacques Lacan

Il seminario. Libro XX. Ancora (1972-1973)

Testo stabilito da Jacques-Alain Miller

Edizione italiana a cura di Antonio Di Ciaccia

Einaudi, 2011.

Il godimento femminile è il tema di questo seminario. Un’assoluta novità nel campo psicoanalitico! Per Freud il godimento – comunque interdetto – si incentra tutto, per chiunque, sulla funzione fallica. Per Lacan il godimento – sebbene strutturalmente non sia permesso all’essere parlante – può essere detto tra le righe. E’ quel godimento di cui tutti e ognuno sanno dire qualcosa: parlare d’amore è già un godimento. L’amore infatti viene a supplire – e può arrivare a supplirvi egregiamente – al fatto che qualcosa nell’inconscio fa sì che anche quando l’uomo e la donna fanno l’amore ognuno resta dalla propria parte. Che Lacan sintetizza nell’aforisma “non c’è rapporto sessuale”. Ma – colpo di scena – in questo seminario Lacan apre un capitolo nuovo risolvendo una vecchia questione: il godimento fallico, rispetto al quale una donna si situa come non-tutta, ossia non-tutta lì, non esaurisce il godimento, poiché c’è un godimento Altro, che è, rispetto al godimento fallico, supplementare. Ci sono persone che lo provano, ma che non sanno dirne nulla, come capita ad alcune donne o a dei mistici.

 

 

Antonio Di Ciaccia

 
Per acquistare

La vendita della rivista è gestita dalla casa editrice. Per agevolarvi nell’acquisto abbiamo creato, quando possibile, un link che vi porterà al sito delle case editrici. Per informazioni potete sempre rivolgervi alla sede della redazione presso l’Istituto freudiano, via Palestro, 30 – 00185 Roma

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nuovo numero rivista “La Psicoanalisi”

La psicoanalisi n. 52

Editore:

Astrolabio – La Psicoanalisi

Lacan e il suo tempo

n. 52 –luglio-dicembre 2012

JACQUES LACAN………………..Giornata di sciopero
JACQUES-ALAIN MILLER…..Il reale nel XXI secolo

 

Interventi del Convegno Lacan e il suo tempo:

 

PAOLO VINCI………………………Il doppio versante della morte. A proposito di Kojève e Lacan
ALFREDO ZENONI………………Merleau-Ponty e Lacan, dialogo e divergenze
SERGIO BENVENUTO…………Saussure bouleversé
SERGIO SABBATINI…………….Bourbaki e la struttura
FELICE CIMATTI………………….Oltre il significante. Lacan e il problema logico della fine dell’analisi
ROCCO RONCHI…………………..Bataille e Lacan
CRISTIANA CIMINO…………….Davanti all’altro animale. A proposito di Derrida
CARMELO LICITRA-ROSA…..Da Lévi-Strauss a Lacan: dalla pace al pathos, dalla struttura alla topologia
MARCELLA D’ABBIERO………Sartre e il desiderio. A proposito di Lacan

 

E testi di PAOLA FRANCESCONI, PIERRE-GILLES GUEGUEN, ANTONIO DI CIACCIA, DOMINIQUE LAURENT, ANNE LYSY, MARIE-HÉLÈNE BLANCARD, MARCO FOCCHI, VIOLA DI GRADO et alii.

Nota editoriale

 Per il trentesimo anniversario della morte di Jacques Lacan la rivista del Campo freudiano in Belgio, Quarto, ha pubblicato l’intervento che Lacan tenne al suo seminario del 19 novembre 1974, inedito finora e che abbiamo attualmente nella redazione stabilita da Jacques-Alain Miller. Abbiamo voluto riportare nella traduzione italiana questo breve testo che ha come titolo “Un giorno di sciopero”.
L’argomento risulta contrastante – forse sì, forse no – con il nucleo centrale di questo numero de La Psicoanalisi che riporta il modo in cui abbiamo celebrato a Roma il trentennale della morte di Lacan, pubblicando a questo scopo i lavori tenuti dall’ Istituto freudiano in una giornata di studi in cui psicoanalisti, filosofi e studiosi hanno portato il loro contributo, e di cui diremo tra breve. Prima si impone un rapido accenno al testo di Lacan.
In esergo, Jacques-Alain Miller mette i temi salienti del breve testo di Lacan. In questo caso sono tre: “Il sintomo è qualcosa di reale”, “La serie degli analisti”, “Etica e imbecillità”.
Del primo tema, brevissimo, veniamo a sapere che Lacan considera lo sciopero alla stregua di un qualunque sintomo. Se emette delle riserve è per il fatto che si tratta di un sintomo organizzato. A proposito del secondo tema Lacan si pone la questione se l’analista può considerarsi come un elemento di un insieme, non già per fare un sindacato, ma per fare serie. Anche questo sarebbe un argomento da riprendere.
Nel terzo tema Lacan accosta l’etica e l’imbecillità. Qui si impone una rosa di tre termini: oltre all’imbecillità, sono da prendere in considerazione l’ignoranza e la fesseria. L’analisi, dice, è un rimedio contro l’ignoranza. Per contro, non ha alcun effetto contro la fesseria. Quando invece l’analisi non riesce in qualcuno che ci si dedica, abbiamo come risultato che costui è reso imbecille proprio dall’esperienza analitica stessa.
Questo costui avrebbe fatto meglio a sviluppare i suoi doni altrove, e non nelle questioni che riguardano l’analisi. Altrove, dove? Ebbene, dove avrebbe potuto far furore attenendosi a un’etica che è relativa al discorso in cui egli si inscrive: dell’insegnante, per esempio, del letterato, dello scrittore, dell’uomo alla ricerca di fama.
L’etica, infatti, non è la stessa in ogni discorso. E Lacan arriva a far l’ipotesi che l’analisi non riesce proprio a coloro la cui etica farebbe furore altrove, ossia in un altro discorso. Insomma, non c’è altra etica se non quella di giocare il gioco secondo la struttura del discorso in cui uno si inscrive. E Lacan porta la sua prova del nove: quando uno è spiaggiato in un’etica che non è quella del discorso in cui si iscrive, allora ricorre all’ingiuria. Come è il caso di quell’analista che lo ingiuriò in un articolo pubblicato da Le Monde e a cui egli fa riferimento.

 

Come dicevo poc’anzi, questo numero riporta gli interventi della giornata di studi che hanno ripreso i lavori di alcune persone o movimenti con cui Lacan ha dialogato nella messa a punto di alcuni problemi cruciali del suo insegnamento. Come giustamente ricorda Sergio Sabbatini, che ha curato particolarmente questa parte della rivista, non è stato possibile riprenderli né tutti né tutti i più importanti. E’ solo un florilegio, fiori colti soprattutto sullo stelo della filosofia.

 
Antonio Di Ciaccia

 

 

 

 
 

Per acquistare

La vendita della rivista è gestita dalla casa editrice. Per agevolarvi nell’acquisto abbiamo creato, quando possibile, un link che vi porterà al sito delle case editrici. Per informazioni potete sempre rivolgervi alla sede della redazione presso l’Istituto freudiano, via Palestro, 30 – 00185 Roma

Pubblicazioni

La PsicoanalisiAntigone EdizioniAstrolabioBorlaEinaudiPanozzo EditoreQuodlibet

Concetti chiave

Che cos’è la psicoanalisi?L’inconscioIl sintomoLa formazione analitica

Link

Istituto freudianoCecli – Centro Clinico di Psicoterapia e Psicoanalisi ApplicataConsultori di Psicoanalisi ApplicataScuola Lacaniana di Psicoanalisi del Campo FreudianoBiblioteca lacanianaForumpsiAMP – Associazione mondiale di PsicoanalisiLacan Quotidien

“Introduzione alla clinica lacaniana”, nuovo testo di Jacques Alain Miller

Introduzione alla clinica lacaniana

Jacques-Alain Miller

Astrolabio 2012

Prefazione di Antonio Di Ciaccia

Si racconta che Lacan sia difficile. Addirittura illeggibile. Ed è vero. Così noi, come i nostri Colleghi Spagnoli, ci siamo fidati di una persona che Lacan stesso aveva dichiarato essere l’unico a leggerlo e a capirlo. E’ stato ed è il pregio di Jacques-Alain Miller. La sua lettura dell’insegnamento del Maestro francese è chiara e pacata. Sebbene Lacan avesse dichiarato che il suo compito fosse quello di ricomporre la selva freudiana per ordinarla in un giardino alla francese, Miller chiarisce ancor più i passaggi, mette in ordine i concetti e, soprattutto, ricostruisce quei percorsi logici che Lacan non sempre aveva indicato, pur avendone attinto a piene mani. Continua a leggere