“Morire di vergogna è il solo affetto della morte che meriti – che meriti cosa? – che la meriti”, diceva Lacan a coloro che assistevano al suo Seminario durante gli anni “caldi” della contestazione, quando era piuttosto la spudoratezza a farla da padrone. Sottomessi, senza saperlo, al Discorso dell’Università, che faceva di loro dei “sottoproletari”, cioè degli scarti del sistema, nulla più che “unità di valore”, sottomessi a un imperativo che Lacan sottolinea con queste parole: “Più sarete ignobili […] meglio sarà”, essi diventavano parte integrante del regime che contestavano, che li metteva in mostra dicendo: “Guardateli godere”.